Il regista sloveno Jan Cvitkovič, autore di “Kruh in Mleho”, è stato ospite da Transmedia, per parlarci della sua esperienza durante la residenza.
Jan è sloveno, di Tolmino, come ci ha detto durante l’intervista:
“giusto qui, dietro il confine, anzi, ex-confine”
Jan conosce Gorizia fin da quando era ragazzo, quando la Slovenia faceva ancora parte della Jugoslavia, quando oltrepassava la frontiera per fare acquisti, nei numerosi negozi di Gorizia. Adesso le cose sono diverse, stanno cambiando.
Gorizia si sta sviluppando su un altro livello, più incentrato sulla cultura. Mentre ero qui ho incontrato molti artisti, giovani e meno giovani, non solo goriziani o italiani, ma anche sloveni e da altre nazioni.
Questo territorio è stato protagonista di grandi cambiamenti e Jan ne è stato il testimone, ha visto pregiudizi cadere e il nuovo farsi avanti. Gorizia e Nova Gorica sono per lui come una “mini Berlino”, che la Storia in passato ha diviso, ma che ora vivono assieme un presente di unità, di simbiosi, specialmente adesso che si avvicina il 2025, anno in cui saranno la Capitale Europea della Cultura.
“Mi è piaciuta l’atmosfera di questa città. Negli ultimi anni sta diventando fortemente multiculturale“.
Jan durante la residenza ha avuto modo di ultimare la sceneggiatura per il suo prossimo lungometraggio. L’atmosfera di una piccola cittadina come Gorizia è stata stimolante ed interessante, ma allo stesso tempo gli ha dato la giusta concentrazione per aiutarlo a terminare il suo lavoro.
“Come autore, cerco un posto che mi faccia disconnettere dalla routine quotidiana”.
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